La Psicoterapia Online
Pratica Clinica tra Reale e Virtuale

Esercitare la professione di psicologo e di psicoterapeuta in un’era digitalizzata, pone obbligatoriamente di fronte a grandi interrogati sulla funzione di internet e dei nuovi strumenti tecnologici nei percorsi di cura.

Sappiamo come internet sia un ottimo veicolo per comunicare: ci permette di sentirci vicini anche a distanza, presenti nelle relazioni anche in assenza di presenza fisica. È uno strumento che non possiamo fare a meno di impiegare quotidianamente nelle nostre relazioni significative. È dunque necessario interrogarsi sui significati che assume il suo utilizzo nella pratica clinica e che effetti determina nella relazione terapeutica.

Per psicoterapia online si intende l’insieme di pratiche cliniche con finalità terapeutiche che richiedono l’impiego di internet e di strumenti tecnologici di ultima generazione per mettere in contatto un professionista della salute mentale e il suo paziente o per raggiungere un obiettivo di cura concordato all’interno della relazione terapeutica.

Se garantisce la tutela del paziente, uno psicologo può avvalersi di strumenti informatici.

Esistono numerosi strumenti psicologici e psicoterapeutici che prevedono l’utilizzo di internet e di software tecnologici. Possiamo suddividerli in tre macrocategorie:

  • l’E-therapy
  • La Realtà Virtuale (VR)
  • L’Intelligenza artificiale (IA)

Gli strumenti tecnologici e i software di ultima generazione non possono in alcun modo sostituire l’importanza e la centralità della relazione terapeutica, ma sono riconosciuti scientificamente come un valido aiuto terapeutico e possono essere impiegati come “stampelle” all’interno dei percorsi di cura.

Per disciplinare la pratica e offrire maggiori conoscenze delle potenzialità e dei limiti della clinica nel mondo virtuale, l’Ordine Nazionale degli Psicologi si è occupato di pubblicare le linee guida del lavoro online producendo il documento “Digitalizzazione della professione e dell’intervento psicologico mediato dal web”(2017) , un significativo riconoscimento della comunità scientifica sull’importanza dell’online in una professione che deve essere al passo con un mondo 2.0.

Vedremo una panoramica degli strumenti online impiegati nella pratica clinica.

L’E-Therapy

L’E-therapy prevede l’attivazione di interventi psicoterapici mediati dal web. Gli strumenti maggiormente utilizzati per mettere in contatto il paziente con lo psicologo/psicoterapeuta sono le chiamate, le e-mail, wathapp, Skype e MSN che fungono da veicolo per l’incontro e rappresentano il “luogo” delle sedute.

La comunicazione può essere, dunque, su tre livelli: uditivo, visivo o audio-visivo: nell’online manca l’attivazione dei cinque sensi contemporaneamente caratterizzante la terapia vis à vis e ciò rappresenta una delle maggiori critiche avanzate all’e-therapy. La ricerca scientifica degli ultimi anni, però, si è battuta ed è riuscita a dimostrare come nell’online si attivi in paziente e terapeuta un ulteriore senso definito “senso di presenza”, una sensazione di vicinanza che fa vivere l’incontro, anche fisicamente, come se si fosse nello stesso luogo.

Il setting online permette anche di raggiungere più categorie di persone, come coloro  che a causa di una malattia, di un trasferimento o di una condizione economica poco agiata hanno una ridotta possibilità di spostamento.  Uno dei punti di forza dell’e-therapy, infatti, è che possa essere condotta in ogni luogo, ovunque sia tutelata la privacy del paziente, vi sia un collegamento internet e si possa utilizzare uno smartphone o un computer.

La Realtà Virtuale (VR)

Concetto moderno: il termine Realtà Virtuale (VR) viene impiegato per la prima volta nel 1989.

Fa riferimento alla creazione di un ambiente altro, tridimensionale e virtuale in cui è possibile muoversi e interagire “come se” si fosse realmente lì.  La VR, infatti, permette di replicare la realtà quanto più accuratamente possibile dal punto di vista visivo, uditivo, tattile e anche olfattivo e di compiere azioni nel mondo virtuale, superando limiti fisici ed economici.

Il soggetto percepisce un senso di presenza, di immersività e di trasparenza ed è parte attiva del processo: sperimenta in un ambiente sicuro (quello virtuale) situazioni stimolo (potenzialmente pericolose o emotivamente coinvolgenti) vivendole come fossero reali, in luoghi che percepisce come reali.

L’applicazione della VR nella pratica clinica funge da strumento di supporto nel percorso terapeutico. L’immersione nella realtà virtuale permette al paziente di ri-vivere emozioni già vissute nel mondo reale; ri-affrontare comportamenti disfunzionali e situazioni traumatiche. Gli consente, inoltre, di sperimentarsi come protagonista e di recuperare il controllo delle azioni, di sentirsi attivo costruttore della propria esperienza e, col tempo, del proprio cambiamento.

Il terapeuta invece è il mediatore tra il mondo virtuale e il mondo reale: l’utilizzo di VR ha un effetto di cura quando vi è una relazione terapeutica che faciliti il collegamento fra le due dimensioni della realtà e l’integrazione di esse. La VR da sola non è una pratica esaustiva: è coadiuvante al lavoro del terapeuta, ma necessita di essere integrata e accompagnata da un aperto dialogo con il paziente, dall’ascolto empatico e dall’indispensabile creatività dello psicoterapeuta.

L’esperienza di VR maggiormente utilizzata è il visore: un supporto tecnologico che riproduce un’esperienza immersiva. Posizionato sugli occhi, isola il canale percettivo della vista, immergendo il paziente in toto, a livello sensoriale, nell’esperienza virtuale che si presta a compiere.

La VR ha notevoli applicazioni cliniche, ma maggiormente viene impiegata nella pratica clinica per la cura dei Disturbi d’Ansia (in particolar modo delle fobie specifiche), del Disturbo Ossessivo Compulsivo e dei Disturbi del Comportamento Alimentare.

L’intelligenza Artificiale (IA)

Per Intelligenza Artificiale si intende qualsiasi hardware o software che svolge compiti tipicamente umani. L’IA può imitare una singola competenza dell’intelligenza umana, o replicare abilità cognitive complesse, come la capacità di problem solving.

L’applicazione dell’IA nella pratica clinica mi desta non pochi dubbi sulla sua utilità.

Gli strumenti di IA più utilizzati sono i ChatBot, ovvero dei software con cui un utente può interagire in chat tramite un app, messenger o facebook.

Un “paziente” può vivere un momento di crisi ed avere l’urgenza di risolvere il suo problema. I Chatbot si presentano come possibilità di pronto soccorso. La loro funzione è di rispondere alle urgenze , offrire un intervento educativo e di primo supporto.

Il più famoso è WOEBOT (letteralmente robot della sofferenza), un IA simile a Siri della Apple con il quale è possibile conversare sulla tematica del benessere e della salute mentale. Il suo vantaggio è l’essere disponibile sempre e ovunque. Non può e non ha la presunzione di sostituirsi alla relazione terapeutica, seppur alcuni studi, di dubbia provenienza, riportino un conseguente effetto significativo sui sintomi depressivi, sull’ansia e lo stress.

Gli strumenti virtuali, come abbiamo visto, possono supportare il clinico nel suo dialogo col paziente.  Come psicologi moderni dobbiamo mostrare un atteggiamento di apertura e consapevolezza nei confronti delle nuove tecnologie, vederle come nuove opportunità da conoscere e approfondire. È  necessario essere al passo con le trasformazioni culturali e sociali e lasciare da parte le nostre resistenze figlie della paura di essere sostituiti.

Il momento in cui un artefatto virtuale sostituirà un essere umano è ancora molto lontano. Nulla può superare il potere di cura della relazione terapeutica.

Dott.ssa Emanuela Gamba

Psicologa, Psicoterapeuta e Psico-Oncologa

Riceve su appuntamento a Roma( zona Monte Mario) e a Formia (LT)

(+39) 389.2404480 – emanuela.gamba@libero.it 

 

Per Approfondire 

Gamba E., Maggipinto, D, Radi G, Nesci D. A. (2018) “Lo stato dell’arte sulla Psicoterapia Online” , Doppio Sogno

Merchant J. (2016) The use of Skype in analysis and training: a research and literature review. Journal of Analytical Psychology. 

Bayles M. (2012) Is Physical Proximity Essential to the Psychoanalytic Process? An Exploration Through the Lens of Skype?. Psychoanalytic Dialogues

Gallagher, S. (2005). How the body shapes the mind. New York, NY: Oxford University Press.

Suler J.R. (2000) Psychotherapy in Cyberspace: A 5-Dimensional Model of Online and Computer-Mediated Psychotherapy. CyberPsuchology & Behavior.

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