L’insonnia. Un occhio ardente che ossessivamente osserva

Il sonno, in molte tradizioni, viene paragonato ad una “piccola morte”, dove l’anima, o lo spirito, si separa dal corpo e visita scenari ultraterreni, onirici. Questa idea del sonno, concepita inconsciamente tuttora, ci permette di comprendere, a livello fantasmatico, cosa rappresenti dormire: rinnovamento, morire per rinascere ogni notte, esattamente come il sole, ossia la nostra coscienza.

Il sonno ha la funzione di rigenerare il corpo e la mente, anche attraverso l’utilizzo del sogno che svolge il ruolo di risolutore di problemi, siano essi concreti, emotivi o traumatici.

Tutto questo è possibile soltanto grazie alla messa da parte dell’Io e della coscienza, che cede la propria vigilanza all’inconscio: è un’affidarsi al proprio ignoto, una sana curiosità di osservarsi e di tollerare i propri demoni interni e conversare con i mostri sotto il letto.

Cosa succede, dunque, quando l’Io si rifiuta di cedere il posto all’inconscio?

Sarebbe come un sole che rifiuta di tramontare e da fonte di vita diviene un occhio ardente che ossessivamente osserva.

Sono gli Insonni.

L’insonnia è un disturbo del riposo notturno che può riguardare sia la qualità che la quantità del sonno. Le ore di sonno necessariamente variano tra le 6 e le 8. I principali tipi di insonnia, che possono anche presentarsi nello stesso periodo, sono: Difficoltà di addormentamento; risvegli notturni frequenti ma brevi; uno o più risvegli prolungati; risveglio mattutino precoce. Le cause son soprattutto psicologiche, ma non vanno trascurate i casi dovuti a patologie organiche.

Da ciò possiamo individuare, a grandi linee, due tipi di insonni. Il primo è colui che durante il giorno ha vissuto la propria vita per gli altri, siano essi il proprio datore di lavoro o i propri cari malati. In questo caso l’Io si rifiuta di cedere il passo, poiché impossibilitato ad esprimersi durante il giorno, e si ritrova dunque a pensare a se stesso nell’unico momento possibile, la notte. Emerge, dunque, una priorità: prima di poter esplorare il mio “sé” nel profondo, ho necessità di comprendere chi sono e cosa faccio per me. L’insonnia diviene, dunque, un prendersi il proprio tempo per il Sé cosciente trascurato. Generalmente rientrano in questa tipologia di insonnia la difficoltà di addormentamento e il risveglio mattutino precoce. È opportuno in questo caso “assecondare” l’insonnia, ossia interloquire con il proprio Io cosciente e ricollocarlo al centro dei propri pensieri almeno la notte, regalarsi quell’ora di sonno per la propria veglia/coscienza, perché ha ancora molto da dire e da chiedere. Il secondo tipo di insonnia , più patologico, è legato invece al timore di comunicare con le proprie ombre ed è comune nelle persone alessitimiche  (per approfondimenti si rimanda all’articolo “L’alessitimia – Quando il corpo mette in scena le emozioni)  o con difficoltà di entrare in contatto col proprio mondo interno ed emotivo. Alla base vi è di solito un modo di vivere che ha rimosso molti aspetti della propria psiche e che ricorre troppo poco all’introspezione psicologica, venendo meno il contatto con le proprie parti nascoste, di cui la notte è il simbolo.

Questo tipo di insonnia prevede frequenti risvegli notturni, dove contenuti profondi troppo angoscianti emergono alla coscienza. L’insonne cerca dunque di reprimere o rimandare l’incontro con importanti temi della propria vita. I contenuti che l’insonne vuole evitare sono  principalmente ansie rispetto a decisioni da prendere, cambiamenti o bisogno di cambiamenti, conflitti da risolvere, fantasie rimosse di tipo sessuale, creativo o aggressive e di vendetta. L’insonnia diviene, dunque, sintomo di un disagio più grande, ossia l’incapacità o l’impossibilità di accedere alla proprie emozioni o ai propri vissuti psichici, percepiti come angoscianti o incomprensibili. Nonostante molte volte delle tecniche di rilassamento, come il Training Autogeno con visualizzazioni guidiate, possono essere utile per “curare” l’insonnia, attraverso uno spostamento dell’attenzione dal corpo alla mente, nei casi più gravi, come appunto l’alessitimico, è opportuna una psicoterapia per individuare il conflitto inconscio generatore di angoscia.

L’insonnia diviene dunque uno scomodo compromesso tra l’evitamento del proprio mondo interno e l’aridità stessa dell’Io, come un sole eterno che desertifica il pianeta. La notte, il sonno ed il sogno sono, invece, fondamentali fasi trasformative dell’individuo che permettono di pensare a se stessi e ai propri problemi in modo nuovo e creativo. Il sogno ha infatti la capacità e la funzione di riproporre delle problematiche irrisolte della propria vita, siano esse dinamiche edipiche o famigliari invischianti o complicate equazioni matematiche, e inserirci una chiave di lettura diversa, nuova e risolutiva; anche se da svegli non si è in grado di interpretarli come farebbe un buon figlio di Freud, la persona si risveglia con un nuovo punto di vista e di concepire la situazione globale problematica, in maniera, appunto, creativa, emotiva ed iconica. Avviene, dunque, che nonostante al sogno si attribuiscano una serie di vicende fantastiche senza senso, a livello inconscio si attivano meccanismi che portano alla soluzione, avendo l’illusoria sensazione che essa nasca dal nulla, per caso. Quando, dunque, gli occhi sbarrati impediscono il sonno, è importante comprendere che sarà proprio ciò che si rifugge la soluzione ai nostri problemi, proprio perché è sempre meglio dormirci su.

Dott. Dario Maggipinto

Riceve su appuntamento a Chieti
(+39) 334 9428501

dario.maggipinto@gmail.com

Per approfondire:

F. Agresta, 2010, Il linguaggio del corpo in psicoterapia. Glossario di psicosomatica

C. Neri, A. Correale, P. Fadda, 1994, Letture Bioniane

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