Psicologia di Babbo Natale
La magia della fiaba natalizia

Ci siamo quasi… Babbo Natale sta per arrivare! Nelle scuole, tra i bambini si respira fortemente questa magica atmosfera, sono tutti in trepidante attesa e qualcuno l’ha già incontrato per le strade…

Una bambina, contentissima mi ha detto “maestra, maestra!! Lo sai che io ne ho visti due! Anche l’elfo!!!” … e in un altro momento altri due parlavano tra loro e discutevano su come inviare la letterina a Babbo Natale: una raccontava di averla già spedita in una cassetta della posta propria di Babbo Natale, l’atro sosteneva che non bisognava spedirla e che non ce n’era bisogno. E così mi hanno interpellata, chiedendomi come bisognava fare e chi dei due avesse ragione… voi che avreste risposto?

I bambini vivono intensamente l’attesa; sanno che presto arriverà, con il suo vestito rosso e il suo gran pancione scenderà dalla canna fumaria del camino e lascerà i doni che i bambini hanno tanto desiderato.

Arriverà proprio il giorno di Natale, il giorno in cui nasce il bambino Gesù. È un giorno speciale e pieno di magia preceduto da un’attesa in cui ci si impegna in famiglia ad addobbare la casa, l’albero di natale e a comporre il presepe. Tutta la casa così prende quell’aspetto magico, scintillante e festoso che accoglierà quel simpatico vecchio Babbo! La magia del Natale ci porta a vivere un momento fiabesco, nel quale la fiaba, la storia diventa pura realtà, più di quanto non lo facciano le altre fiabe. I bambini dunque credono a Babbo Natale, credono che lui arriverà, ma i genitori spesso si sentono in colpa rispetto al fatto che non stanno dicendo la verità. I genitori a volte non sanno che i bambini utilizzano un tipo di pensiero, chiamato magico. Il pensiero magico riguarda la fascia d’età che va all’incirca dai quattro ai dieci anni, una fase di vita che mostra l’esigenza, il bisogno da parte del bambino di ricorrere ad una dimensione magica per poter affrontare la realtà a volte troppo complessa o dolorosa da capire. Verso i sette anni il bambino inizia ad interfacciarsi in modo più maturo con la realtà e il pensiero magico in quegli anni lascerà man mano il posto alla maturazione del pensiero razionale. Grazie al pensiero magico i bambini non vanno in difficoltà quando ne vedono più di uno, perché questa è una conferma dell’onnipresenza del vecchio Babbo, inoltre sono convinti che scenda dal camino e non ha importanza se questo è realmente presente o meno in casa. Per questo i tentativi di spiegare razionalmente la storia di babbo natale crea difficoltà ai genitori, che si ritrovano di fronte ai figli utilizzando un tipo di pensiero razionale, differente e che non può essere compreso. Tenendo presente che il pensiero magico del bambino tenderà da solo a mettersi da parte per lasciare campo libero alla razionalità, forse è il caso di avvicinarsi di più ai bambini ed al loro punto di vista, in modo tale da poter vivere il Natale nella sua incantevole magia e aspettare insieme a loro questo giorno meraviglioso nel quale ci si ricorda che è importante aiutarsi l’un l’altro, che bisogna volersi bene, che possiamo donare qualcosa a chi ne ha bisogno e che soprattutto possiamo donare il nostro amore e il nostro affetto a chi vogliamo bene. Non dimentichiamo che il Natale mostra ai bambini quanto sono stati desiderati, invece a volte ai grandi ricorda che chi li ha tanto amati e desiderati forse oggi ha perso quella capacità di comunicarlo oppure non c’è più. Allora l’assenza porta a quella sensazione di nostalgia che il Natale porta con sé.

Il Natale ci rimanda inoltre alla questione del donare, ma per i bambini il significato intrinseco nel dono ricevuto da Babbo Natale è davvero interessante: è un regalo tanto desiderato, ma che viene fatto da un uomo magico che non vuole nulla in cambio, un regalo che non custodisce in sé nessun valore affettivo, come potrebbe fare il regalo di un genitore, e che quindi può essere fatto proprio in maniera libera. A volte i bambini non godono a pieno dei regali fatti dai genitori perché pensano di non meritarlo fino in fondo, perché non son stati sempre buoni o a volte hanno avuto pensieri negativi su di loro e si sentono in colpa, altre volte invece è possibile che si sentano in obbligo nei confronti di chi fa loro il regalo, come se si sentissero in dovere perlomeno di ringraziare. Invece Babbo Natale ci rimanda ad una condizione in cui dona le sue buone cose a tutti i bambini, che meritano quei doni senza aver fatto nulla, senza chiedere nulla in cambio e soprattutto accettando ogni bambino, anche quelli che qualche volta si sono comportati poco bene. Per questo in passato i regali erano modesti e non mettevano in difficoltà né economica né psicologica i genitori, che non sentivano forte il bisogno di avere in cambio un po’ di gratitudine per i sacrifici fatti, né i bambini che sentivano di potersi sicuramente meritare quei doni. Qui si potrebbe aprire un capitolo sulla maniera smisurata con cui si fanno i regali ai bambini, che a volte pretendono molto di più di quanto un genitore potrebbe o di quanto il bambino meriterebbe. Ma non voglio soffermarmi sul consumismo e ciò che ne consegue… torniamo alla magia…

Questa condizione, in cui si ricevono cose buone senza averle meritate e in cui nessuno pretende nemmeno un ‘grazie’ ci rimanda ad un’altra analoga: la vita intrauterina. Babbo natale simboleggia la gravidanza con il suo pancione e scendendo dal camino sembra ripercorrere lo stesso stretto tragitto che la natura ha segnato per noi, è così ciò che è stato tanto desiderato, ovvero un bambino, viene donato. E allora probabilmente il nostro carissimo Babbo Natale ha anche un altro compito, ovvero quello di riportare ogni bambino a quell’antico periodo vissuto dai loro genitori durante il quale erano in attesa della sua nascita, in cui preparavano la casa, e aspettavano il momento.

La storia di Babbo Natale dunque in parte riporta i bambini al momento in cui essi stessi sono nati. Il bambino così ha la possibilità di rivivere quel momento e di rassicurarsi del fatto che tutti lo hanno realmente desiderato e atteso e hanno gioito alla sua nascita.

Sembrerebbe che le origini della storia di Babbo Natale risalgano alla storia di S. Nicola (Sant Klos da cui probabilmente deriva il nome Santa Claus), che presenta molte somiglianze con la prima. S. Nicola è celebrato il 6 Dicembre e per molti secoli è stato festeggiato dai popoli quando il Natale era ancora una ricorrenza strettamente religiosa. S. Nicola è il santo protettore dei bambini verso i quali ha sempre prestato protezione e che ha sempre salvato da tristi sorti, ma è anche il patrono della famiglia e della fecondità. In analogia con la storia di Babbo Natale egli passava con il suo cavallo sopra i tetti della città e lasciava cadere dal camino i doni per i bambini, doni semplici come frutta e dolcetti ad esempio, regali che anche la famiglia più povera poteva permettersi. Durante le rappresentazioni sacre in onore al santo, chi lo rappresentava indossava l’abito rosso dei cardinali. In Austria, in quel giorno, arrivano in ogni casa un uomo che impersonifica S. Nicola e un altro che interpreta il suo opposto, o servitore, Pietro il Nero, con la faccia tinta di nero, le corna e il piede caprino, come a rappresentare un diavolo. S. Nicola chiederà ai genitori come si è comportato il bambino. Di solito rispondono che il più delle volte è stato buono, ma non sempre, allora Pietro inizia a rincorrere il bambino con una frusta e dopo un po’ S. Nicola interviene e porta in salvo il bambino, che prometterà di essere buono e riceverà i doni. Questa drammatizzazione porta in scena in maniera divertente l’ambivalenza di genitori e figli, a dimostrazione che il bene e il male esistono in una relazione di interdipendenza. Tutti noi abbiamo un lato “oscuro” così come Pietro il Nero lo è di Babbo Natale e la Strega lo è della Befana. Questa storia insegna ai bambini il valore dell’essere amati e l’esistenza di parti buone e diparti cattive in ognuno di noi, inoltre come tutte le fiabe donano una preziosissima rassicurazione ai bambini che sole le storie e le fiabe sanno donare (per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo La funzione psicologica della fiaba – Il regno del proprio inconscio.

L’invito è quello di godere tutti noi adulti, adolescenti e bambini la magia del Natale, nella consapevolezza che Babbo Natale esiste davvero in tutti noi…

Ora sapete dirmi come risolvere il problema della spedizione delle letterine?

Beh io, spiazzata dalla questione improvvisa, ho risposto che tutto dipende dalla zona in cui si abita… risposta vaga, ma che ha risolto la questione in un battibaleno…

Dott.ssa Emanuela Sonsini

Riceve su appuntamento a  Chieti
(+39) 3703389579

Per approfondire:

  • Un genitore quasi perfetto, Bruno Bettelheim Feltrinelli

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