Il corpo che sono. La psicologia si occupa del corpo

Spesso si pensa che il corpo non sia un tema della psicologia: la psicologia infatti si occupa della mente, dei pensieri, delle emozioni. Eppure, se osserviamo senza pregiudizi questi contenuti, ci accorgiamo che non sono astratti, ma sono vissuti concretamente nel corpo: i pensieri e le emozioni ci attraversano lasciando segni nel corpo: il batticuore, un peso sullo stomaco, un senso di pesantezza, di leggerezza, la sudorazione ecc.

Il corpo è sempre declassato, come qualcosa che c’è ma potrebbe non esserci, oppure si sceglie una sua parte, per esempio il cervello, e diventa l’unica cosa fondamentale: o siamo mente astratta o un cervello, ma in ogni caso si perde il vissuto personale, fatto di sensazioni concrete.

Il corpo è dunque concepito come un oggetto, visto dall’esterno: è quello che in fenomenologia viene definito Körper: il corpo fatto di organi, il corpo oggetto della medicina, oppure il corpo immagine. Siamo circondati da immagini di corpi, tanto che il nostro stesso corpo è diventato solo immagine. Bidimensionale, vista dall’esterno. Ma il corpo è solo questo? Non è invece forse anche e soprattutto fatto di sensazioni, vissute da dentro? Quello che in fenomenologia viene chiamato Leib, il corpo vissuto.

Non si tratta di decidere se c’è un’anima o se tutto quello che pensiamo e sentiamo dipende dalle connessioni cerebrali. Il punto è che in ogni caso noi sentiamo. E troppo spesso il nostro sentire passa in secondo piano, e perdiamo il contatto con il nostro vissuto, preferendo affidarci a misure “oggettive”: la bilancia, lo specchio, il giudizio degli altri, schemi decisi da altri, per altri. Perché sentire può essere molto fastidioso, soprattutto se per tutta la vita abbiamo imparato a non prestare ascolto a quello che ci succede, e non abbiamo parole per raccontarlo. Ma l’unico modo per vivere una vita che sia davvero la nostra vita passa attraverso il riconnettersi con le nostre sensazioni, dando loro spazio, per sentirci interi e unici.

Non siamo un’immagine bidimensionale, non siamo un peso, e neppure pensieri astratti: siamo corpo vissuto, corpo sentito da dentro, senziente, vivo. Ci rendiamo conto ora, da quando molte relazioni umane vanno avanti con uno schermo in mezzo, che non siamo solo immagine, che la corporeità nostra e dell’altro, il condividere uno spazio, sono aspetti fondamentali del vivere e relazionarsi, che il corpo dunque non è qualcosa di superfluo, ma è il nostro modo di essere al mondo, è ciò che ci permette di entrare in relazione con gli altri, con il mondo e con noi stessi.

Un ponte non un ostacolo. Un soggetto non un oggetto.

Dott.ssa Mariangela Padovani

Vincitrice del contest WeWantYou per il mese di Aprile 2021

email: mariangelapadovani@gmail.com

instagram: @lapsicosomatologa

Per Approfondire:

– Stanghellini, G. (2017). Noi siamo un dialogo. Raffaello Cortina, Milano

– Merleau-Ponty, M. (1945). Fenomenologia della percezione. Bompiani, Milano.

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